In ordine al contesto storico ambientale, in cui la scuola svolge il suo mandato, occorre prendere atto di alcuni dati di partenza, certamente noti a tutti ma non scontati; dati che qui è necessario richiamare per le conseguenze che comportano, al fine di individuare le finalità educative di una scuola materna.
Il quartiere della Bolghera a Trento, da dove proviene circa l’80% dell’utenza, non presenta caratteristiche peculiari, se non quelle proprie della tipologia urbanistica e del ceto sociale che lo abita in prevalenza. Esso quindi non consente al bambino la percezione di un ambiente di appartenenza, che vada oltre la famiglia e le persone ad essa più vicine. Sono andati scomparendo i luoghi sociali che in passato svolgevano tale funzione anche in ambiente cittadino: il cortile, il gruppo dei coetanei, il vicinato.
Il bambino assimila una serie infinita di stimoli, ma senza che vi sia una identità sociale riconoscibile che svolga un ruolo di mediazione, di organizzazione e di orientamento; salvo il ruolo della famiglia di appartenenza.
Tale situazione pone la istituzione scolastica di fronte ad una serie di richieste, in quanto essa è chiamata a supplire ad un humus relazionale che non esiste più, ed è, di fatto, sostituito da un nuovo codice di riferimento, quello cosmopolita ed omologante costituito prevalentemente dai messaggi televisivi: i valori di riferimento non sono soltanto quelli che riesce a dare la famiglia, ma sono soprattutto quelli propagandati dalla televisione e dai cartoni animati e film per l’infanzia.